IDENTIFICAZIONE VARIETALE DEL GERMOPLASMA RECUPERATO

S. Raimondi, A. Schneider, C.S. Pirolo,, F. Civita, P. Venerito, P. La Notte
10
Lug

IDENTIFICAZIONE VARIETALE DEL GERMOPLASMA RECUPERATO

Il recupero del germoplasma di vite ha interessato più di 600 accessioni in tutta la regione. Non sempre, però, è stato possibile associare ad una cultivar ritrovata un nome locale (per mancanza di fonti attendibili), né individuare prontamente la corrispondenza varietale dei sinonimi (varietà identiche con nomi diversi).
Passaggi fondamentali nella gestione del materiale individuato sono l’identificazione dell’accessione, la sua corretta denominazione e la definizione degli eventuali sinonimi: sapere cioè quale varietà si è raccolta e se corrisponde a quella storica citata in quella località.

Due sono i metodi essenziali per giungere ad una corretta identificazione varietale:

  • ottenere il profilo genetico di ogni accessione e confrontarlo con banche dati molecolari o bibliografia
  • Formulare ipotesi d’identità dall’osservazione delle caratteristiche morfologiche delle piante e verificarle mediante confronto di descrizioni e immagini (ampelografia classica)

I due approcci sono spesso abbinati: in questo lavoro si è seguito essenzialmente il secondo, operando con esperti ampelografi e talora confermando le identità trovate mediante analisi genetiche. I sopralluoghi in campo hanno anche permesso di valutare la variabilità intravarietale dei singoli vitigni e stabilire la composizione varietale dei vigneti storici visitati, esempi residui di una viticoltura polivarietale.

Alcuni importanti risultati dell’attività d’identificazione varietale
  1. Cultivar rare in Puglia ma importanti (oggi o nel passato) altrove
    Bell’Italia (recuperata in Gargano) e Marsala (Gravinese) corrispondono al Mayorquin o Farana, in Sicilia Damaschino, vitigno di esuberante vigore e generosa produttività, storicamente diffuso in tutto il Mediterraneo centro-occidentale, soprattutto in Nord-Africa, Spagna, Provenza.Cultivar tra le più antiche italiane (genotipo chiave per l’origine di molti vitigni della penisola, Crespan et al., 2008), la Garganega o Grecanico dorato, oltre che coltivata estesamente in Veneto e Sicilia, è presente in vecchi vigneti pugliesi, talvolta conosciuta con il nome locale di Garganella.
  2. I vitigni “marinari”, con sinonimi sulle due sponde dell’Adriatico
    Oltre a sinonimi recentemente dimostrati, quali Baresana–Kolokhytas o Korithi, Verdeca-Lagorthi, Barbarossa-Karystino, Francavidda-Zlatarica, ecc. (Schneider et al., 2014), una nuova corrispondenza è stato scoperta tra la Plaus nera rinvenuta sul Gargano e in altre località della regione e la Plavina crna, una delle cultivar a bacca nera più diffuse nella Dalmazia settentrionale.
  3. Cultivar che si ritenevano confinate in territori limitati, invece diffusamente presenti nella regione
  4. Errori di denominazione (i “misnomer”)
    In alcune zone, l’Uva ruggia (Uva romana) viene chiamata per errore Prunesta, nome che designa un vitigno da vino e da tavola ben diverso coltivato in Calabria.
    Il Somarello rosso è talvolta confuso con l’Uva sacra, cultivar che ha in comune con il Somarello solo il colore dell’uva.

Clicca per scaricare il poster IDENTIFICAZIONE VARIETALE DEL GERMOPLASMA RECUPERATO

#fruttiantichipuglia
#biodiversità4_0

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